A TUTTO CROSS
a cura di Fulvio Massini

Basta fare un passo indietro con la mente per ricordarsi che molti di noi hanno fatto conoscenza con la corsa durante gli anni della scuole medie o superiori. A quei tempi, correre non era poi così bello, mentre bello era non andare a scuola. Chi praticava sport o dimostrava di avere qualche attitudine veniva subito “ catturato” dall' insegnante di educazione fisica e “lanciato” in gara.

Impossibile dimenticare quei momenti. Gli anni passano, qualcuno da quel giorno non ha ancora smesso di correre, diversi quelli che hanno ricominciato in età adulta ed ora fanno parte del nostro mondo insieme a chi in quelle mattine preferiva ascoltare le lezioni degli insegnati invece di starsene un pò all'aria aperta, magari, sudando un pò e sporcandosi di fango. Questo accadeva ieri come oggi, le corse campestri vengono chiamate con questo nome di derivazione inglese “Cross”. Agli albori del boom del podismo alle campestri partecipavano solo gli atleti delle categorie assolute, poi, piano, piano sono sempre di più coloro che stanno scoprendo questo tipo di gara. In molte province da novembre- dicembre fino a febbraio marzo si svolgono dei veri e propri circuiti, una sorta di campionato, di gare campestre con tanto di classifica finale. Questa volta ci soffermeremo sugli aspetti tecnici di questo tipo di manifestazione podistica cercando di individuare i punti di collegamento con le gare podistiche su distanze variabili dai 10-14 km, la mezza e la maratona.

Perchè i cross si corrono in inverno. Il podismo è “ figlio” dell'atletica. E' un “classico” che mezzofondisti impegnati in estate a correre in pista, in inverno corrano nei prati. Restare per periodi troppo lunghi senza stimoli agonistici potrebbe essere un errore. I cross servono quindi per garantire una sorta di continuità agonistica. Oggi oltre ai cross, in inverno, esistono anche per i mezzofondisti le gare indoor.

Il fascino del cross. Correre le campestri è molto divertente. Affrontare le asperità del terreno, la pioggia il freddo, fa sentire fortissimi, in grado di dominare anche le condizioni atmosferiche. Vengono in mente i mitici personaggi dell'atletica, coloro che hanno scritto molte bellissime pagine del nostro sport.

Variare è bello. Dopo una stagione passata a correre su strada, cambiare completamente tracciato, strade è decisamente molto stimolante. Anche “la mente vuole la sua parte”. Le campestri proprio perchè sono brevi, in genere anche più delle normali corse su strada , non sono affatto noiose, anzi è molto bello correre a ritmi elevati per periodi di tempo decisamente molto più brevi rispetto a quelli abituali dei podisti.

A cosa servono. Richiedendo sforzi intensi e relativamente prolungati, le corse campestri servono a sviluppare la potenza aerobica. In un periodo in cui a causa del freddo, la pioggia, le poche ore di luce, è difficile eseguire allenamenti di qualità, partecipare alle campestri è sicuramente un ottimo sistema per restare in allenamento. Non solo. Correndo le campestri si acquisisce maggior abilità nell'uso dei piedi. In altre parole, si sviluppa la capacità o sensibilità propriocettiva degli arti inferiori. Il piede impara diversi modi di muoversi nello spazio anche con azioni finissime. Questo arricchimento motorio può essere un valido sistema di prevenzione degli infortuni. Correre su terreno accidentato o fangoso è decisamente più difficile che correre su asfalto o in pista. La campestre diventa quindi anche un buon mezzo di sviluppo della forza specifica.

A chi serve. La campestre è breve ed intensa, in poco tempo bisogna dare tutto o quasi, ciò richiede una buona carica agonistica. Chi si avvicina al podismo con l'idea che sia un sport tranquillo e si trova coinvolto in una campestre può rimanere traumatizzato, scioccato, quindi per il suo esordio sarà bene scelga un tipo di gara dai contenuti agonistici meno accentuati. Questa è invece la gara adatta a chi in primavera vuole andare forte in gare fino alla mezza maratona. Gareggiare a ritmi elevati ed al tempo stesso poter sviluppare anche la forza specifica rappresenta una “forma di investimento”che darà i suoi frutti quando inizierà il periodo delle importanti gare su strada e delle mezze maratone. Al maratoneta resterà molto utile partecipare alle gare campestri nei periodi lontani dalla maratona. La preparazione specifica per la maratona ha una durata variabile fra le 10 e la 12 settimane. Prima di tale periodo le campestri saranno utilissime per rendere più potente il “motore organico” del maratoneta e per rendere più forti i suoi muscoli. Sarebbe un errore pensare che anche la maggiore abilità nella gestione del piede possa essere inutile per il maratoneta. Tutt'altro, quando però il giorno della maratona si avvicina, i mezzi di allenamenti divengono sempre più indirizzati a correre più velocemente possibile per 42, 195. Ritengo sia preferibile evitare di partecipare alle corse campestri, specialmente se si svolgono su terreni molto accidentati o fangosi.

Preparare le campestri. Come accennato precedentemente sono dell'avviso che la partecipazione alle corse campestri possa costituire un 'ottimo mezzo di allenamento per le gare del periodo primaverile ed estivo. In sintesi sono convintissimo che le campestri servano a “svernare”. Penso a quanti amici podisti sono costretti ad allenarsi la sera dopo il lavoro, magari in regioni dove il clima è decisamente inclemente. Durante i due o tre allenamenti alla settimana sarà sufficiente che mantengano la capacità di correre. Allenamenti a ritmo progressivo o con qualche variazione di ritmo saranno più che sufficienti a mantenere una buona efficienza organica. Invece per l'efficienza muscolare sarà sufficiente eseguire alcuni esercizi di tonificazione degli arti inferiori a carico naturale, fare alcuni esercizi in palestra , usare piccoli attrezzi come cavigliere o elastici. La campestre domenicale diviene allora l'allenamento più qualificante della settimana. Continuo ad essere dell'avviso che la partecipazione a troppe gare non sia positiva, ma in questo caso, vivendole proprio come allenamento ritengo sia il caso di fare un’eccezione. Possono però esserci amici podisti interessati ad andare forte in campestre. Loro dovranno pianificare la loro preparazione già da almeno due mesi prima dell'inizio della stagione, cercando di sviluppare la forza generale e specifica e la potenza aerobica a ritmi piuttosto elevati. Se vorranno partecipare ai vari circuiti, campionati, di campestre dovranno prevedere di dover gareggiare ed andare forte ogni domenica per due o tre mesi. Al termine dell'intenso periodo delle campestri consiglio di stare almeno per un mesetto lontano dalle gare in modo da poter rifare il pieno di energie nervose ed organiche. Eccovi un esempio di programma di allenamento nel periodo delle campestri. Vedrete che è prevista una gara ogni domenica e che durante la settimana sono previsti tre allenamenti. Chi vorrà potrà aggiungere un altro allenamento, della durata di circa 60' da correre a ritmo di corsa lenta ed eventualmente una sgambatina di 30-40' il giorno precedente la gara.

Volontariamente non vi ho messo le indicazioni con i tempi, ne tanto meno con le pulsazioni. Abituatevi ad ascoltare il ritmo della vostra respirazione, vi stresserete meno, non sarete costretti a guardare sempre l'orologio o il cardio. Certo ogni tanto per verificare a quale andatura cronometrica corrisponde il vostro ritmo respiratorio correte su un percorso segnalato oppure mettetevi il cardiofrequenzimetro e verificate a quante pulsazioni al minuto corrispondono i vari ritmi respiratori indicati.
CRF= corsa respirazione facile Dovrete correre rimanendo in condizione di poter parlare con facilità
CRLI= corsa respirazione leggermente impegnata Dovrete correre rimanendo in condizione di poter palare    con leggera difficoltà
CRI= corsa respirazione impegnata Dovrete correre rimanendo in condizione di poter parlare con leggera    difficoltà

Lun
Mar
Mer
Gio
Ven
Sab
Dom
60' CRF
RIP
10-12 x 1' CRI rec 2'CRF
RIP
40' CRF 10' CRI
RIP
Campestre
60-70' CRF
RIP
5x2' CRI rec 2' CRF; rec 4 'CRF
2x3' CRI rec 2' CRF
RIP
30' CRF, 10' CRLI, 10' CRI
RIP
Campestre
40' CRF
RIP
2X5' CRI rec 5'CRI
RIP
30' CRF
RIP
Campestre
60-70' CRF
RIP
10-12 x 1' CRI rec 1 CRF'; rec 3', 10' CRI
RIP
25' CRF , 5' CRLI
25' CRF , 5' CRLI
RIP
Campestre
60-70' CRF
RIP
5x2' CRI rec 2' CRF; rec 4' CRF
5x1' CRI rec 1' CRF; rec 3' CRF, 4' CRI
RIP
50' CRF, 5'CRLI , 5' CRI
RIP
Campestre
40-50' CRF
RIP
2x6' CRI rec 3' CRF
RIP
35' CRF, 5' CRI
RIP
Campestre

Le scarpe per correre la campestre. Vanno benissimo le scarpe da Trail running perché hanno un battistrada pronunciato e permettono di non scivolare anche su terreni davvero fangosi. Ai podisti un po’ piu’ pesanti consiglio le Trabuco a quelli un po’ leggeri ed agili le Attac. A me in inverno piace molto correre fra boschi e campi delle colline fiorentine e vi garantisco che correndo con le Trabuco, con le quali ho corso anche sulla neve, mi trovo benissimo. Anche Sarah Burgarella una mia atleta di Bergamo che non è certo pesante, da quando corre con le Trabuco è entusiasta. Leggendo il suo blog esalta a tal punto questo tipo di calzature, da sembrare davvero uno forma di pubblicità. Scarpe lisce sotto, non sono adatte. Gli atleti veri, quelli che sono abituati a correre anche in pista, previo adeguato adattamento potranno usare le scarpe chiodate. Correre con le chiodate senza averle provate significa rischiare d’infortunarsi ai tendini o ai polpacci. Vi consiglio quindi di abituarvi a calzare questo particolare tipo di scarpe eseguendo qualche allenamento in campestre o meglio che niente in pista.

Il terreno di allenamento. Se potete correte su percorsi accidentati e sterrati vi servirà a sentirvi più a vostro agio quando affronterete la gara.

Buon divertimento

Articolo di FULVIO MASSINI  SITO WEB